sabato 19 settembre 2009

Quando 3 su 3 son troppi....

Viviamo in tempi incerti!!! La crisi economica mondiale incombe su ognuno di noi!!!! Non c'è lavoro per nessuno!!! Bisogna adattarci ad ogni tipo di mestiere!!!

Con questi messaggi speranzosi e affettuosi ogni mattina ci alziamo dal nostro lettuccio, andiamo in bagno, ci guardiamo allo specchio e ci diciamo: " e mo che m'invento??"

Ma non bisogna demordere ed io non mi sono fatto scoraggiare. Così dopo aver iniziato la mia avventura nel mondo del lavoro con gli stessi benefits di un amministratore delegato, sono passato a fare il cameriere dove l'unico benefit era il poter scegliere il gusto della pizza da mangiare in 5 minuti prima di iniziare a servire, per poi passare a lavorare in un call center ed infine in una galleria d'arte dove sono tutt'ora. Insomma ho fatto un percorso schizzofrenico.
La gente normale inizia facendo il classico lavoretto del cameriere e poi è tutta una crescita professionale. Io no!!
Eh... mi pareva così volgare lavorare mentre studiavo. Non potevo togliere tempo alla mia mente che doveva essere libera da ogni problema per permettermi di apprendere tutto per il meglio. Una cosa alla volta.
Ma una volta laureato la pacchia è finita. I miei genitori mi hanno fatto capire che forse era arrivato il momento di incrementare il mio conto in banca in maniera autonoma. Ma ovviamente nemmeno in quel momento mi è balenato per la mente di fare un mestiere "così tanto per guadagnare due soldi". No no!! Così ho spiegato ai miei genitori che era meglio se andavo a Londra a fare un corso intensivo di lingua inglese. Lavorando? Ma no...vivendo comodamente nel college di una delle scuole più care della metropoli inglese.
Rientrato in Italia ho avuto il classico cupe de cul!!! Preso da Fendi. Nel giro di 1 secondo e mezzo mi sono abituato così bene a viaggiare in businnes, a trovare l'autista sotto casa, ad andare a Pechino, New York e 3 volte al mese a Milano. Dopo 1 anno e mezzo però ho avuto un colp nel cul...e ciao Fendi.
A quel punto però avevo una camera da mantenere e vizzi da soddisfare e così a portar pizze sono andato a rifinire. La cosa straziante non era tanto il lavoro in sè quanto che fossi the only gay in the pizzeria. Ero l'unico ragazzo attorniato da 4 fanciulle che ogni giorno tornavano o dalla partita di calcetto o erano devastate perchè la sera prima si erano sbronzate con il proprietario della pizzeria.
Mi sentivo solo, incompreso, alienato. Ogni giorno avevo un look diverso. Loro raramente si cambiavano dopo aver pulito e apparecchiato. Insomma un'esperienza che per un gay è straziante.
Una cosa però l'avevo capita: qualunque lavoro avessi trovato doveva avere una percentule gay uguale o maggiore agli etero. E così è stato.
Il call center più che sembrare una sala operativa di assistenza stradale pareva il "rainbow ring": all'ordine del gionro c'era la consultazione di Vanity Fair, Chi, Novella 2000, Tu, Grazia etc etc...e , ovviamente , i relativi commenti. il Venerdi la password per fare due chiacchere era 'Gay Village'. Il Sabato diventava 'Capocotta'. Ed era così divertente telefonare alle officine dove rispondevano sempre omoni dalla voce roca e incazzata. Insomma, a parte il lavoro in se, si stava bene. Ma anche li la mia esperienza da precario si è conclusa.
Ed eccomi alla galleria.
Percentuale gay vs etero??? Bhè 3 su 3!!! Una coppia di fatto con un figlio adottato, praticamente.
La cosa allucinante però è che siamo troppi. Serve un etero. Anche una ragazza va bene.
Ora, provate ad immaginare cosa può succedere se in una galleria d'arte si verifica un'infiltrazione con relativo allagamento. Ed immaginate pure che l'acqua che entra abbia un odore che non ricorda sicuramente Allure di Chanel.
La scena che si presenta è la seguente: il gallerista n°1 inizia ad urlare, o meglio a gridolinare, alla vista di tutta qull'acquaccia dal profumo aberrante. Insieme al gallerista n°2 accorriamo a vedere che cosa sta succedendo. Tutti e 3 rimaniamo fermi ad osservare il misfatto. Guardiamo ma non reagiamo. Mani sui fianchi e tutto un "oddio mio, ma roba da pazzi". Nessuno che reagisce. Sembrava stessimo aspettando l'intervento divino incarnato da un pompiere pronto a risolvere il danno. Una volta capito, però, che bisognava fare qualcosa ecco che gallerista n°1 da il via alla sua idea di 'pronto intervento'. Anche perchè gallerista n°2 se ne è tornata nel suo studietto.
"Allora Capperaio, vai a vedere se quella scema della donna delle pulizie ha degli stracci"
"Ci sono solo questi"
"Quella scema!! Ma che pulisce con questi due cosetti!!! no non va bene....aspetta un po...ecco prendi quel rotolo li"
il gallerista n°1 mi fa prenedere un rotolo enorme di cartone che non avevo mai visto in vita mia. Carinissimo. Resistente ma allo stesso tempo morbido. Facile da tagliare ma comunque sia spesso. Un must che tutti dovrebbero avere, direbbe la Cancellieri nei suoi servizi di moda.
"Carino, dico io...."
"Eh si e poi sono comodissimi..guarda ora te vai in cima alla galleria tienilo fermo e io lo srotolo....copriamo tutta l'acqua che è fuoriuscita e poi ci saltiamo sopra, così assorbe."
"ok"
"ma nemmeno i guanti c'ha quella scema?"
"eh no" dico
"aspetta un po..allora prendiamo delle buste della spazzatura e mettiamocele intorno alle braccia. Poi legamele belle strette perchè io non mi voglio rovinà le mani co sto schifo"......"Pronto? allora vai....ecco mi sembra che così vada bene no? ora ne facciamo un'altra striscia accanto e poi facciamo delle piccole striscettine laterali"
Osservo il mio gallerista zompare sui cartoni e l'immagine è identica alla 'schiacciatrice di uva' del film in bianco e nero che guarda Julia Roberts in Pretty Woman.
"E' venuto bene, no?"
"Si si" ....sconcertato penso che forse non ha capito che non stiamo allestendo un 'opera o il red carpet per una premier. E non sono il solo. Infatti in quel mentre entra un visitatore chiedendo informazioni sull'installazione che stavamo preparando. Spiego che in realtà è la fogna che si è installata in galleria.
Alle ore 19.30 però chiudiamo la galleria. Guardo i due baldi uomini e dico che forse è il caso di chiamare i proprietari dello stabile. Ma niente. Domani è un altro giorno e magari i cartoni pregni di acqua si saranno trasformati in una scultura post moderna.
Ma così non è stato.
Il giorno dopo ci troviamo all'ingresso con il gallrista n°1 perchè il 2 è partito per il mare. Prima di entrare il mio occhio clinico cade sui suoi sandali:
"Che belli che sono"
"Sò de Prada!!!"
Entriamo in galleria e l'acqua se ne è altamente fregata dei cartoni, superandoli.
"Ma che è ancora tutto così"
"Bisogna chiamare la proprietaria", dico.
"E mo la chiamo quella stronza"
Arrivata la proprietaria con 2 idraulici il primo commento è stato sui cartoni:
" ma che avete fatto!! peggiorate la situazione così!! dovevate prendere stracci, scope e secchi e togliere tutta l'acqua"
"Si certo, la togli te così" ( e guardandomi dice :" sta stronza!")
"ma poi guardando la cartina dell'impianto idraulico mi risulta che il tombino sia qui. Ma è coperto"
"si perchè ci piaceva l'idea di una colata di cemento al posto del pavimento"
"no scusate, voi avete coperto con il cemento il tombino di scarico di un palazzo di 5 piani?????" ma siete pazzi??? me ne frego se è figo !!"
(..."mmmm, che palle sta stronza!!" dice guardandomi....)
"comunque ora andiamo a prendere un martello pneumatico e torniamo"
Gallerista n°1 mi guarda e dice :" senti ristendiamo un po un altro rotolo di cartone e diamo na sistemata che pare un basso di Napoli!!"
A quel punto avrei voluto gridare che la galleria stava per diventare un'installazione post moderna dell'Arca Di Noè ma vederlo saltarellare sui cartoni con i sandali di Prada è stato molto più utile. Al mio umore.
Tornati gli idraulici + propritaria si mettono a fare quello che avremmo dovuto fare anche noi 3: guanti , scope, stracci, secchi e poi vabbè anche un martello pneumatico per trapanare la colata di cemento.
Io e il mio gallerista osservavamo la situazione come due antropologi incuriositi nel vedere questa specie umana interessata e che mette dell'impegno nel togliere della melma.

In quel momento ho capito che un posto di lavoro dove la componente gay è del 100% non va bene. E' nocivo per i gay stessi.
E guardando la porta di ingresso mi è balenata in mente una proposta per Brunetta: tornelli gay in ogni posto di lavoro. Se si supera il numero limite, il tornello si chiude e respinge l'ultimo entrato. Non per mantenere un equilibrio, ma l'incolumità del posto stesso.

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